mercoledì 9 gennaio 2008

CARTA DI ARENZANO

Il 29 aprile 2006 a Sant'Elpidio a Mare è stato presentato il Movimento ecosofico e civile “Per la terra e per l’uomo”, ispirato alla “Carta di Arenzano”, documento di principio in merito all'emergenza ecologica che era stato firmato, il 15 luglio 2001, dai più grandi poeti del mondo (da Derek Walcott a Seamus Heaney, ad Adonis, da Bei Dao a Mario Luzi, da Yves Bonnefoy ad Andrea Zanzotto, a John Ashbery, solo per nominarne qualcuno).All’evento intervennero due firmatari della “Carta”: Tahar Bekri e John Deane.L'originalità e la ragione più profonda del documento e della nascita del Movimento, stanno nel fatto che essi individuano nei poeti e nel loro pensiero i mediatori privilegiati di una proposta di senso globalmente condivisa e votata a un profondo significato ecosofico e civile.In sostanza, i promotori dell'iniziativa pensano che non soltanto sia possibile riformulare un'etica della terra, in vista dell'attuazione dei principi sui quali si fonda il cosiddetto sviluppo sostenibile, ma che sia necessario evidenziare l'orizzonte entro il quale questi principi trovano significato.Pensano che per cultura sia giusto intendere l'appartenenza a un insieme di significati e di costumi condivisi dalla comunità, e la conoscenza delle nozioni e delle azioni indispensabili al suo funzionamento armonico, anche in relazione a più ampi sistemi di significato, simbolici, religiosi, tradizionali, cosmici.
Pensano che la voce dei poeti, insieme a quella di tutti i soggetti coinvolti nel processo di ripensamento delle categorie antropologiche che definiscono il rapporto dialettico tra uomo e natura, possa contribuire all'aresto del processo di degradazione dell'ambiente, del paesaggio, della società.

CARTA di ARENZANO. DODICI TESI PER LA TERRA E PER L'UOMO

1. Il rapporto con la terra comporta anche responsabilità e doveri
2. La terra è così necessaria all'uomo come lo sono tutte le altre cose che egli apprezza per il loro valore intrinseco: l'arte, la filosofia, la poesia, la religione, la scienza, il teatro
3. Per abitare consapevolmente la terra occorre riconoscerne il valore di bene comune
4. Identificare e regolamentare i limiti delle applicazioni della tecnica è condizione necessaria per impedire che la terra sia trattata come un inerte sostrato di sfruttamento e manipolazione
5. Una parte significativa del senso della vita consiste nel fatto di trovare, esprimere e riconoscere la sua naturalità
6. La rottura dell'equilibrio naturale non è un problema che riguarda solo la natura, ma l'uomo
7. L'antropocentrismo, fenomeno che connota in profondità la civiltà occidentale degli ultimi secoli, è il responsabile principale della crisi ecologica. Il declino e quasi la scomparsa dello sguardo contemplativo rivolto al creato ha favorito l'alleanza, tendenzialmente suicida, di scienza ed economia nel segno della tecnica
8. La cancellazione dei tratti differenziali che distinguono un luogo da un altro non è un ineluttabile correlato dello sviluppo economico
9. La manipolazione della costituzione geografico-paesaggistica dei luoghi e il conseguente degrado ecologico ed estetico, comporta la perdita, incommensurabile, dei valori simbolici a esso correlati
10. Puntare ad una restaurazione di forme del passato o perseguire un ideale di armonia spontanea con la natura equivale a compiere un consolatorio salto fuori dal nostro orizzonte storico
11. Di fronte all'avanzamento del sincretismo planetario come dell'esasperazione delle logiche particolaristiche, nazionaliste, etniciste, è doveroso ritrovare e valorizzare le differenze e la logica del locale
12. La salvaguardia dei propri tratti singolari, se concepita nei termini di differenzialità e dialogo con l'altro, conduce a un effettivo pluralismo, molto più dell'utopia universalistica e generalizzante su cui si è edificata la modernità.


Luisa Bonesio e Massimo Morasso (il teorico e l'estensore della “Carta di Arenzano”)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e